5 febbraio 2010
2 febbraio 2010
31 gennaio 2010
Anna
(In questi anni a molti della mia generazione sta morendo la mamma.
I padri, tranne casi molto fortunati, se ne sono andati già da tempo, erano nati nei primo decenni del '900, avevano fatto la guerra, sopportato anni di prigionia, fumavano e molti non hanno avuto vita lunga.
Le donne sono state più longeve e adesso ci lasciano, adesso che siamo genitori e quasi nonni)
Anna
Mia madre è morta nel 2001, quando aveva 77 anni e non è stato un dramma, solo una sottile malinconia che rispecchia molto il suo stile, nulla di tragico né di improvviso, sia io che mia sorella eravamo state preparate all'evento dalla sua lunga malattia.
Ha lasciato nel cassetto del comodino una lettera che avevo paura di leggere, immaginandomi di finire in un mare di lacrime.
Busta bianca...."Appunti per C. e C.
Per vendere bene la casa dovete calcolare 800.000 lire di mutuo (fine giugno e fine dicembre) e le spese di condominio.... Alla Banca d'Italia c'è un libretto....bisogna parlare con il commercialista per tasse e spese.
Per quanto riguarda mobili, argenteria e cianfrusaglie varie, dividete senza fare problemi."
Neanche la firma, neanche un saluto! e così, invece di piangere, ridevo apprezzando, forse per la prima volta, quel suo modo di essere così asciutto che poco concedeva al mondo degli affetti.
Non ero la figlia che lei avrebbe scelto, né lei era la mamma che avrei voluto io: "non ero preparata ad una figlia come te" mi diceva, come darle torto? Ero un'adolescente inquieta e sempre in cerca di qualcosa, contrastante, oppositiva e lei, donna di poca dolcezza, non sapeva sciogliere il nodo in cui erano imprigionate le mie emozioni.
Continuammo a combatterci per anni.
Come molte donne della sua generazione, era stata figlia in una famiglia di nove persone, moglie e madre in una famiglia di quattro; era cresciuta in paese ed era vissuta in città; non aveva sposato il ragazzo della porta accanto ma aveva scelto, lei ragazza friulana, uno sposo nuovo e diverso rispetto agli uomini della sua famiglia, un "terrone" del quale sua madre diceva, con l'intenzione di fare un complimento,"Gerardo è meridionale ma è pulito".
La sua bellezza era fatta di lineamenti sottili, di un sorriso contenuto, di eleganza classica, bei vestiti e pochi accessori, di equilibrio e, forse, proprio l'equilibrio è stata la sua cifra, che l'ha condotta attraverso settantasette anni caratterizzati dal rifiuto dell'eccesso, dalla costante ricerca del modo "giusto" di fare le cose.
L'ho vista giovane sposa felice, in un tempo e in una città dove bastava poco per essere felici, poi (troppo presto) vedova, colpita senza abbattersi: aveva due figlie da crescere e lo fece come era giusto, solo spostando leggermente l'asse del nostro rapporto verso l'amicizia.
Il destino le diede una seconda possibilità, ed arrivò Vasco, medico toscano ormai in pensione, che mi fece vedere mia madre sotto una luce diversa, sdrammatizzandola.
"La tu' mamma è tutta strulla!" mi diceva scherzando, la dea scendeva dal piedistallo e diventava molto più simpatica.
Alla fine ero vicino a lei, era il 14 agosto, aveva caldo e continuava a chiedere di aprire le finestre della sua camera, capii, intuii che era alla fine, le dissi "chiudi gli occhi e riposa, io sto vicino a te" lei si addormentò, poi i respiri divennero più leggeri, rarefatti e così se ne è andata.
I padri, tranne casi molto fortunati, se ne sono andati già da tempo, erano nati nei primo decenni del '900, avevano fatto la guerra, sopportato anni di prigionia, fumavano e molti non hanno avuto vita lunga.
Le donne sono state più longeve e adesso ci lasciano, adesso che siamo genitori e quasi nonni)
Anna
Mia madre è morta nel 2001, quando aveva 77 anni e non è stato un dramma, solo una sottile malinconia che rispecchia molto il suo stile, nulla di tragico né di improvviso, sia io che mia sorella eravamo state preparate all'evento dalla sua lunga malattia.
Ha lasciato nel cassetto del comodino una lettera che avevo paura di leggere, immaginandomi di finire in un mare di lacrime.
Busta bianca...."Appunti per C. e C.
Per vendere bene la casa dovete calcolare 800.000 lire di mutuo (fine giugno e fine dicembre) e le spese di condominio.... Alla Banca d'Italia c'è un libretto....bisogna parlare con il commercialista per tasse e spese.
Per quanto riguarda mobili, argenteria e cianfrusaglie varie, dividete senza fare problemi."
Neanche la firma, neanche un saluto! e così, invece di piangere, ridevo apprezzando, forse per la prima volta, quel suo modo di essere così asciutto che poco concedeva al mondo degli affetti.
Non ero la figlia che lei avrebbe scelto, né lei era la mamma che avrei voluto io: "non ero preparata ad una figlia come te" mi diceva, come darle torto? Ero un'adolescente inquieta e sempre in cerca di qualcosa, contrastante, oppositiva e lei, donna di poca dolcezza, non sapeva sciogliere il nodo in cui erano imprigionate le mie emozioni.
Continuammo a combatterci per anni.
Come molte donne della sua generazione, era stata figlia in una famiglia di nove persone, moglie e madre in una famiglia di quattro; era cresciuta in paese ed era vissuta in città; non aveva sposato il ragazzo della porta accanto ma aveva scelto, lei ragazza friulana, uno sposo nuovo e diverso rispetto agli uomini della sua famiglia, un "terrone" del quale sua madre diceva, con l'intenzione di fare un complimento,"Gerardo è meridionale ma è pulito".
La sua bellezza era fatta di lineamenti sottili, di un sorriso contenuto, di eleganza classica, bei vestiti e pochi accessori, di equilibrio e, forse, proprio l'equilibrio è stata la sua cifra, che l'ha condotta attraverso settantasette anni caratterizzati dal rifiuto dell'eccesso, dalla costante ricerca del modo "giusto" di fare le cose.
L'ho vista giovane sposa felice, in un tempo e in una città dove bastava poco per essere felici, poi (troppo presto) vedova, colpita senza abbattersi: aveva due figlie da crescere e lo fece come era giusto, solo spostando leggermente l'asse del nostro rapporto verso l'amicizia.
Il destino le diede una seconda possibilità, ed arrivò Vasco, medico toscano ormai in pensione, che mi fece vedere mia madre sotto una luce diversa, sdrammatizzandola.
"La tu' mamma è tutta strulla!" mi diceva scherzando, la dea scendeva dal piedistallo e diventava molto più simpatica.
Alla fine ero vicino a lei, era il 14 agosto, aveva caldo e continuava a chiedere di aprire le finestre della sua camera, capii, intuii che era alla fine, le dissi "chiudi gli occhi e riposa, io sto vicino a te" lei si addormentò, poi i respiri divennero più leggeri, rarefatti e così se ne è andata.
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